Sottotitolo: ballata della prostata entusiasta.
Ok, ok. Le solite cose. Quinta volta che la corro più due come motostaffetta, belle le salitine, si niente male le cantine, tra il 12 e il 14 è un percorso splendidamente suggestivo in mezzo a vigneti e colline, potevo fare meglio, sono d’accordo con il mister… le solite cose.
Ma il prima e il dopo di questa suggestiva proseccorun 2019?
Perché io vi conosco, mascherine! Quello, volete sapere!
E allora si vada in scena!
L’atleticagastronomica® si presenta ai nastri di partenza nella consueta condizione fisicamente difficile e mentalmente confusa, dovendo oltretutto fare i conti con assenze di rilievo.
Primo tra tutti, lui: FFIRONMAN™ che, reduce da un intervento chirurgico (gli hanno installato alcune prese usb in giro per il corpo) dice di non sentirsela di correre i 210 km della gara. Perché gli abbiamo detto che sono 210. E lui ha risposto: 150celiho (tutto attaccato) madipiùcomincioasudare.
Io, per emulare il mio idolo, il 12 novembre mi sono fatto tagliuzzare un po’ in giro e sono stato fermo una decina di giorni, facendo solo qualche km la scorsa settimana. Soprattutto, la sera pre gara ho la cena del 6.15 triathlon da cui rientro alle 23.50 con mia moglie alla guida, dopo aver mangiato e bevuto l’improbabile. Mi alzo alla mattina con l’alito che sa di cantina chiusa da tre anni e uno stato semicomatoso. Bevo numero 3 bicchieri di acqua e numero 2 tazze di the. Prendete nota.
Giuliano Pasini si presenta spavaldo, alle spalle la maratona di Monaco (nel senso che ha corso vestito da frate ah ah ah. Ah. Ah.) accompagnato da alcuni personaggi interessanti, più noti e meno noti: i componenti della colonna emiliana Damiano David dell’atleticagastronomica®
Il primo di loro lo conosciamo già, si chiama Zac e di mestiere taglia la gente. Quindi ne abbiamo da raccontarci mentre gli mostro gli sterilstrip sopra i punti ancora sanguinanti.
L’altro è un curioso personaggio, a metà tra il poeta e il politico del 1800 che, per convenzione, chiameremo Gras.
A bordo della Zacmobile che si presenta davanti a casa mia in orario preciso (dopo i QUATTORDICIMINUTIDIRITARDO® dell’edizione 2018, Pasini si prende per tempo, memore delle mie ripicche) ci sono altri due individui: una millanta di essere la moglie di Zac (e, per convenzione la chiameremo Barbara, così come si chiama la moglie di QUALUNQUE amico di Pasini) e uno è Zacchino, uno dei 19 figli (Zac, scusa, sto spoilerando anche i 13 illegittimi) della coppia.
Partiamo entusiasti in direzione Vidor che, praticamente, è ancora buio, c’è un calduccio malsano e minaccia pioggia.
All’altezza di Spresiano il primo episodio davvero degno di nota: il convegno degli Apicoltori! Come lo scorso anno! Le matte risate!!!
Ecco, pensate come siamo presi.
Perché, dimenticavo, se la mia cena è stata complicata, quella dei miei compagni di avventure è stata peggiore (attorno alle 23 mi inviavano selfie da ubriachi marci, fatti con i nasini e le orecchiette di snapchat). L’aria nella Zacmobile è irrespirabile, ogni mezza risata facciamo un passo in più verso la morte per asfissia.
Ma, in qualche modo arriviamo.
Ci sistemiamo e ci prepariamo: Pasini, Zac e io verso la 21 km, Barbara Zacchino e Gras verso la prosecchina, la non competitiva di 10 km.
Mentre andiamo a depositare le borse sbuca un mandolone gigante. In maglia blu. E’ PM10 che, con lo sguardo furbo dice ‘mah, non sono mica in gran forma’.
Velo pietoso sul tempo alla conclusione. Lo stiamo ancora cercando con dei randelli nodosi.
MILLANTATORE!
Come tutti gli anni, la partenza è a circa un km dall’arrivo, quindi andiamo verso la cantina La Tordera dove troviamo, nell’ordine: i due cagnolini dei padroni (delle specie di fusti di birra con le zampe, però diamogli atto che sono simpatici e quando scodinzolano con entusiasmo cadono per terra), lo spiedo che gira, il the e il vin brulè!
Evviva! Due bicchieri di uno, due bicchieri dell’altro! Che nel brulè c’è la frutta e fa bene!
Il mio outfit? Certo. Aspettavo me lo chiedeste! A parte i calzettoni della Ellerre indossati da Sara Dossena a New York, che Pasini e io abbiamo uguali, e che gettano delle ombre sulla nostra sessualità, sfoggio uno shortino attillato cmp nero con bordi giallo fluo, maglia nera x-bionic e gilet nero getfit. Guantini nike neri con giallo fluo (caaaaaaaaaaazzo che fashion!!!!) e… tocco di classe in testa bandana camouflage sui toni del grigio, al collo bandanda col teschio.
Un idiota, insomma. Ma bellissimo!
Comunque pronti e via!
Si parte, Zac e Pasini come i mig, io con calma olimpica.
Mi superano anche degli anziani, ma vado via proprio placido.
Al secondo km, avverto una pressione sulla vescica. Avete contato quanto ho bevuto fino a quel momento? Ecco.
Campi e via! Un minuto perso.
Riparto, riprendo il ritmo da anziano, cuore a 135-136 e via andare.
Ristoro dei 5 km liscio come l’olio. Lo salto perché ‘no, dai, che poi mi scappa ancora’.
Sottovaluto l’effetto della PNL sul mio cervello che non legge la prima parte della frase e capisce solo ‘devi pisciare’. Al sesto km campi e via!
Un minuto perso.
Facciamo le prime salite, sempre con gran calma. Scopro che, da quando faccio triathlon, non sopporto più la gente che parla in gara (in acqua difficilmente si parla). E, credetemi, ce n’è tanta. Io, solo come un cane, me ne sto per gli affari miei, triste e rassegnato. Attorno al nono km inizia la parte bella, dentro e fuori dalle cantine, poi in cima alle colline con qualche goccia di pioggia. Pioggia. Acqua.
Penso: ‘oh, per fortuna non mi scappa più’.
PNL.
Campi e via.
Un minuto perso.
A quel punto cerco un rudimento di decenza, al quindicesimo ci sono le cantine Valdo. All’uscita i calici di prosecco: via a collo uno con un pezzettino di formaggio e, a quel punto, decido di scatenare l’inferno: come va, va!
Sparo giù 6 km come non ho mai fatto in vita mia (benedetto prosecco) tirando come un cretino. Tutta a collo, sorpassi continui, nemmeno il tempo di bestemmiare dietro ai nordic walker.
I primi 15 km in 1h30m, gli ultimi 6k in 29 minuti.
E arrivo anche bello pimpante. Misteri del running. Lo scorso anno 7 minuti in meno arrivando dalla preparazione per la maratona corsa la settimana prima… boh. Ci sono cose che la (mia) scienza non sa spiegare.
Zac 1.49
Pasini 1.51
Ultimo anche questa volta, con una prostata normale me la sarei giocata!
Ci laviamo, ci sistemiamo e poi via, verso il ristorante dove ci aspettano le famiglie e una coppia di misteriosi amici di Zac, con prole al seguito.
E qui, amiche e amici… avete presente il prendere la dignità e mandarla a fare in culo?
E non solo perché arrivano i risultati di calcio che ci proiettano in cima alla classifica (e, considerato che la Juve iniziava alle 12.30 e l’Inter finiva alle 16.45 potete già capire come sia andato il pranzo), ma perché in quasi 4 ore a tavola mangiamo e beviamo in maniera indecorosa.
Dal lardo al salame fritto, alla polenta, la porchetta, i chiodini, i bigoli col sugo di anatra, il pasticcio radicchio e salsiccia, il radicchio al forno con la pancetta, la tagliata, lo stinco… e, più o meno, una cantina di prosecco.
Ma non un po’ e un po’. Tutti mangiamo tutto.
Il dolce ce lo infiliamo di forza perché non ci sta, la grappa la beviamo e ci gronda dagli angoli della bocca perché non entra.
Io, lo giuro, non ho ricordi di una cosa del genere.
Manager, medici, professionisti… in uno stato semi-comatoso.
Quando usciamo verso le macchine, ci portano i bambini che paiono gli unici in condizione di guidare.
In realtà (così stempero) le donne sono messe benissimo e partiamo facendole guidare come i tedeschi.
Noi atleti siamo in uno stato di premorte, sembriamo Julia Roberts in quel film in cui moriva e tornava in qua.
Uno spettacolo!
Dovessimo digerire rumorosamente tutti insieme, potremmo spostare l’asse terrestre.
Ma, in qualche modo, dopo esserci salutati 16 volte perché nessuno si ricorda chi ha salutato prima, riusciamo a imboccare le curve del Montello e tornare a casa.
Ora, per dare una dimensione di come è andato il week end: sabato mattina pesavo 72,8kg. Ho corso bruciando 1500 calorie. Questa mattina pesavo 74,9kg.
Credo sia la ritenzione idrica.
Insomma…. L’atleticagastronomica® gare ne ha fatte tante, su questo blog avete letto di corse e pranzi indecenti.
Ma così no.
Qui abbiamo superato il punto di non ritorno.
Ed è stato bellissimo.
Ora ci si vede verso fine anno per la garetta conclusiva del 2019, e già tremo al pensiero del dopo.
Ma, tavola, non ci fai paura!
Evviva la proseccorun!
Evviva l’atleticagastronomica®!
Evviva il fatto che a 24 ore sono ancora in difficoltà!
FLR2019