9^ ProseccoRun: la falange emiliana.

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Presto, vai con i magneti, sei forte sai, se esegui la manovra di recupero.

L’atleticagastronomica® non si ferma mai.

Ok, oggi si ferma, in effetti, essendo giunta a chiusura la stagione sportiva 2018. Ma fino a ieri no! E la manifestazione che chiude la stagione, la gara “tana libera tutti”  è sempre lei: http://www.prosecco.run/ , una simpatica mezza maratona collinare. Al freddo. Umido. Tagliente.

E’ la nona edizione. Noi gastronomici ne abbiamo corse 4, e altre 2 le seguivo in moto ai tempi delle staffette. Praticamente la conosco come quel neo che ho nei pressi della natica destra. O sinistra. Boh, devo chiedere a Pasini. E già qui capite lo stato confusionale.

Proprio il re del noir di casa nostra mi accompagna ancora in questa ilare avventura tra le colline del prosecco e le cantine.

E questa volta decide di farlo con il botto: considerate le ormai già note defezioni degli atleti gastronomici (https://fulviolunaromero.wordpress.com/2018/11/26/maratona-di-firenze-2018-pasiniromero-show/), Giuliano Pasini rimpolpa le fila del nostro talentuoso gruppetto buttando sul tavolo una nuova realtà.

Infatti, la 9^ Prosecco Run vede la nascita della falange emiliana dell’atleticagastronomica®: la colonna Damiano David (per i vari riferimenti al suo marcato appeal nei confronti delle milf…) i cui due più noti (nonché unici) rappresentanti si presentano alla linea del via.

Cioè, in realtà, più che altro si presentano fuori di casa mia a bordo dell’auto di Giuliano. Con 14 minuti di ritardo. La mattina della gara.

Ora, si sa che non me la sono presa con gente che ci provava con le mie fidanzate/mogli, ma ho interrotto rapporti importanti per 5 minuti di ritardo.

Si sa che la mattina delle gare vivo di farmaci calmanti.

E questi? 14 MINUTI!

… e fremo a immaginarti tra i cateti…

Esco di casa leggermenteabrasivo quando, a bordo, noto i due nuovi personaggi inquietanti. Ovviamente, come al solito, li indicherò con i soprannomi per non lederne l’immagine. Li abbiamo già incontrati più di un anno fa, in occasione della Padova Marathon https://fulviolunaromero.wordpress.com/2017/04/23/padova-marathon-iononhopaura/: si chiamano Zac e Mengo.

In realtà i soprannomi potrebbero essere il Lungo e il Riccio. O Scrocchiazzeppi e Crispino. Potrebbero essere il cazzo che volete, ma è l’unico modo per distinguerli, perché entrambi si chiamano Luca e sono sposati con due Barbara. Alle 7.54 di mattina. Prima di una gara. Con 14 minuti di ritardo™.

La consueta crisi di orientamento mi coglie mentre tento di infilare lo zaino in bagagliaio.

Ma, una volta a bordo, decido di smetterla di sottolineare l’evidente ritardo (di 14 minuti™) e di godermi la giornata. Perché uno dei due sfiora i due metri e l’altro ha l’occhio poco amichevole.

E anche perché Pasini infila la statale (deserta) attorno ai 45/48 km/h, permettendomi di godere del paesaggio. Fino a quando è costretto a rallentare ulteriormente per aver agganciato il corteo dei partecipanti al raduno degli apicoltori a Spresiano.

E gli apicoltori sono tanti.

E viaggiano a 38 km/h su dei Doblò.

A bordo, nonostante i 14 minuti di ritardo™, ce la godiamo.

I rappresentanti della colonna Damiano David raccontano episodi importanti per farsi ammettere definitivamente nel circolo dell’atleticagastronomica®. Grasse risate quando Mengo racconta che a una maratona, verso la metà, ha bevuto vino rosso mangiando una decina di escargot.

Grasse risate, dicevo.

Poi scopriamo che è vero. E non ridiamo più. Per rispetto, timore e ammirazione.

Io mi diletto nel raccontare barzellette sui pastori sardi, Giuliano sembra Concato in “guido piano”, Zac fissa il vuoto con occhio torvo.

E, con una calma da fare invidia  a Padoan mentre spiega alla Castelli i fondamentali dell’economia con termini adatti a una seconda elementare, arriviamo al parcheggio.

Ora vai sul terzo piolo, ma bada che non entri in emostasi.

Ora, nelle 3 precedenti edizioni, il parcheggio era un disastro.

Oggi, nonostante l’evidente ritardo di 14 minuti™, siamo praticamente i primi. Inutile dire che vengo perculato per la successiva mezz’ora. Le cose peggiorano quando andiamo a consegnare le sacche e ci accoglie il silenzio assordante della palestra vuota. Cosa che, chi fa gare, sa che non accade praticamente mai, trovandosi a sgomitare bestemmianti tra braccia che scagliano borse.

Insomma, in un freddo importante ci muoviamo verso la partenza che, in questa gara, è a circa 1 km dal punto di ritrovo.

Il mio outfit è, ovviamente, all’altezza: maglietta x-bionic https://www.x-bionic.com/it-de a maniche corte nera (cortese omaggio della https://fulviolunaromero.wordpress.com/2017/10/23/latleticagastronomica-alla-lazzarettovenicemarathon/ ), gilet imbottito http://www.cmp.campagnolo.it/ita/ sul nero e acid green(#maquantocazzosonofashion), shorst https://www.salomon.com/it-itcon calzoncino interno a compressione testicolare, spiker x-bionic nero e acid greenbandana nera e guanti neri e una specie di acid green www.nike.com

E molto acid green è anche il bicchiere di vin brulè che ci scoliamo prima della partenza, giusto per fare le cose serie.

Perché Giuliano Pasini, in outfit Stabilo Boss Azzurro Fluo, e i componenti della colonna Damiano David in giallo modello “scontri sugli Champs Elysées, hanno stimato che questa gara sarà da correre “giusto per godercela”.

Io li conosco. Conosco Giuliano. Che palesa di voler ridurre l’aspetto agonistico di questa gara a una puntata di “Ok il prezzo è giusto”, ma sono certo griderà “100-100-100” durante tutta la corsa. Nonostante sia arrivato con 14 minuti di ritardo™, so che ha l’occhio della tigre. E so che gli altri due non saranno da meno.

A questo punto accade l’irreparabile: per un motivo che non ricordo assolutamente, finiamo per citare la canzone di Elio e le storie tese “Piattaforma”. E parte il primo PAM. PAM-PAM.

URCA! Guarda che pinolo! E’ già il secondo pozzo che mi intasi!

Con gli albori di attacchi di nausea causati dal vino caldo ci rechiamo allo start.

Solito casino, livello di passerina 3.7/5, personaggi inquietanti vestiti da Babbo Natale… e via!

Giuliano parte come la saliva durante uno starnuto: praticamente intravvedo l’Azzurro Stabilo Boss emergere e scomparire tra la moltitudine di colori. Zac e Mengo finiscono divorati nel bordello totale.

Io arranco fino a riprendere Giuliano per il nostro viaggio di nozze podistico. Lui urla PAM. Io rispondo PAM-PAM.

Con l’idea di recuperare i 14 minuti di ritardo™ (vi ho detto che sono sensibile alla puntualità?), spingiamo come degli stitici, almeno fino al settimo km. Perché lì finisce il bel percorso in pianura e inizia quello paesaggisticamente più bello, ma anche in grado di farti convocare un certo numero di divinità.

Si comincia a salire verso Follo, i primi runner arrancano e noi via! Con il carico di Firenze nelle gambe (e nei maroni) andiamo feroci.

Giuliano mantiene l’andatura costante e canta PAM. PAM-PAM.

I consueti e divertenti passaggi dentro ristoranti (con spiedo che ti gira davanti) e cantine ci trascinano verso il trionfo. Soprattutto, la voglia di vomitare il brulè stimola la prestazione.

Se ti attacchi a questa tubatura (questa qui?), tra un momento sentirai fluire l’antigelo paraflù.

Tra il km 11 e il 14 il tratto più difficile, con salite e discese anche marcate, e molti cambi di direzione (tipo la maratona di  Firenze, insomma). Giuliano allunga. Io non c’ho cazzi, per dirla in latino.

Al 15esimo si narra che Pasini si sia scofanato un prosecco. Io , memore del fatto che lo scorso anno sono arrivato al traguardo con l’idea di morire di lì a poco (questa volta sono serio, il prosecco non mi aveva fatto benissimo) tiro dritto.

Altre salite e altre discese, ma più brevi. Solo che è sterrato, o c’è erba.

Sento gente smadonnare. PAM. PAM-PAM.

Dal 18 si torna sull’asfalto ma lo si lascia subito per infilare un viottolo in mezzo ai campi. E qui… BOOOOOOOOOM!

Il nostro percorso si unisce alla non competitiva: la prosecchina!

E dove non c’è competizione… ci sono i nordic walker!

No, non ancora, che la temperatura è troppo bassa e io non posso sublimar.

Ora, fortunatamente FFIRONMAN™ è ancora infortunato. Perché, ci fosse stato, molti bambini non avrebbero visto tornare a casa le loro mamme.

Ora, amiche e amici con le racchette… ma stare in parte no? Cioè, se la difesa dell’Inter si schierasse come siete in grado di fare voi, potremmo giocare a 3 dietro e saremmo campioni d’Europa da 10 anni consecutivi a zero goal subiti.

E se le racchettine non le usate, le punticine provate a puntarvele verso qualche zona non vitale del corpo. Non indietro, per favore. Perché poi accade che mentre state attraversando un ruscellino, tutte tirate e felici, arrivi lo stronzo di Romero e che ci salta dentro di botto a piè pari annegandovi. E se ne va ridendo come un indemoniato e gridando PAM. PAM-PAM.

Insomma, ultima salita dopo il ruscellino, mentre le racchette mi hanno rallentato non poco, di nuovo sull’asfalto in statale. Ma io conosco il percorso… eh eh eh… e so che quella che dovrebbe essere l’ultima salita non lo è. Però lo dico a tutti. Perché sono bastardo!

Così quando arriva quella che è DAVVERO l’ultima, vedo gente implorare il meteorite.

Si, si… 14 minuti di ritardo™, non potete pretendere che io sia simpatico!

Insomma, ultima salita, all’ultimo scopro che l’arrivo è diverso dagli anni precedenti, ma poca roba: un paio di curve in più, un po’ di erba per terra… porca zoccola, un altro paio di curve e si arriva.

Personal Best sulla Prosecco Run! 1.52.48

E Giuliano quasi un minuto meno di me.

E la colonna Damiano David con ottimi risultati.

Nonostante i 14 minuti di ritardo™ ci rechiamo allo spogliatoio e entriamo in quello che pare un girone infernale: uomini nudi, fumo e fango.

La doccia è un piacere con almeno 5 che mi guardano per fottermi il posto, i doccianti si tengono il docciaschiuma con entrambe le mani e sguardo fobico.

Poi ci si sistema e si va.

Senti come grida il peperone, inequivocabile segnal.

Perché, per cementare la nascita della colonna Damiano David (e dimenticare i 14 minuti di ritardo™) si va con le famiglie alla Locanda da Condo a sfondarci di spiedo e calorie. E a bere giusto un bicchiere, insomma. In un trionfo di Barbara e bambiname vario.

Titoli di coda sul fatto che, mentre prima di partire decidiamo di fare una tappa fisiologica, scopriamo che un signore che è andato in bagno prima di noi, ha portato a termine una sessione di Cesso Estremo. Sono momenti che fortificano e uniscono! I bisogni fisiologici possono attendere davanti a quelli respiratori.

Insomma, la stagione 2018 si è chiusa alla grandissima. L’atleticagastronomica® ha portato a casa una bella riga di trofei, sia per i membri abituali, sia per i saltuari e associati. Parliamo di un po’ di mezze maratone, qualche trail, una maratona, un mezzo ironman (indovinate chi l’ha conquistato?) e un po’ di triathlon. E, nonostante questo, nessuna famiglia si è sfasciata (per ora).

Ora ci si riposa un po’ (anche per recuperare i 14 minuti di ritardo™) e ci si prepara a ripartire come cattivi come Master of Puppets, ma belli come un film con Malena Pugliese.

Intanto…

EVVIVA IL RUNNING

EVVIVA L’ATLETICAGASTRONOMICA

EVVIVA LA COLONNA DAMIANO DAVID

EVVIVA IL CESSO ESTREMO!

E buone feste a tutti!

Ciao papà! Ciao. Enzo.

 

FLR2018

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